La terapia EMDR

Per  trattare efficacemente il trauma e le sue conseguenze sia esso un grande “T” o una costellazione di piccoli “t”, ci viene in aiuto la terapia EMDR.

La terapia EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è riconosciuta dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) come trattamento efficace ed elettivo per la cura del trauma e dei disturbi ad esso correlati.

Oltre 180.000 terapeuti nel mondo lo utilizzano nella loro pratica clinica per il trattamento del trauma in bambini, adolescenti e adulti.
Questo trattamento psicoterapeutico è stato ideato nel 1989 dalla psicologa americana Francine Shapiro e ha come base teorica il modello AIP (Adaptive Information Processing) secondo cui il nostro cervello ha un sistema innato di elaborazione adattiva delle informazioni che può bloccarsi di fronte ad un evento traumatico.

La sua ideatrice ha osservato che la stimolazione bilaterale dei due emisferi cerebrali, ottenuta attraverso il movimento degli occhi o con dei piccoli tamburellamenti sulle braccia o sulle gambe, riattiva questo meccanismo, permettendo di desensibilizzare i pensieri e le emozioni disturbanti collegate al trauma, facendone perdere progressivamente la loro carica emotiva.

Il cambiamento è molto rapido, indipendentemente dagli anni che sono passati dall’evento. L’immagine che viene desensibilizzata cambia nei contenuti e nel modo in cui si presenta, i pensieri intrusivi in genere si attutiscono o spariscono, diventando più adattivi dal punto di vista terapeutico e le emozioni e sensazioni fisiche si riducono di intensità.

L’elaborazione dell’esperienza traumatica che avviene con l’EMDR permette al paziente, attraverso la desensibilizzazione e la ristrutturazione cognitiva che avviene, di cambiare prospettiva rispetto a quel pensiero o a quella credenza, cambiando le valutazioni cognitive disfunzionali su di sé ed incorporando emozioni adeguate alla situazione oltre ad eliminare le reazioni fisiche. Questo permette, in ultima istanza, di comportarsi in modo più adattivo.

Successivamente ad un trattamento EMDR, il paziente ricorda l’evento (quindi non vi è alcuna amnesia!) ma il contenuto è totalmente integrato in una prospettiva più funzionale per il soggetto, e quell’esperienza viene usata in modo costruttivo dall’individuo ed è integrata in uno schema cognitivo ed emotivo positivo.

cervello emdr

Utilizzato in origine per elaborare i ricordi traumatici legati a singoli eventi critici (calamità naturali, incidenti, traumi da guerra) si è integrato nella psicoterapia per curare sintomi che sono quasi sempre legati ad esperienze sfavorevoli di vita anche di minore entità.

Ad oggi l’EMDR si è via via trasformato in un approccio terapeutico sempre più raffinato, complesso e globale, in grado di affrontare gran parte dei disturbi psicologici, in particolare i disturbi d’ansia, le fobie, i disturbi alimentari, le malattie oncologiche, le dipendenze, i traumi relazionali (bullismo, violenza subita o assistita), la depressione, i disturbi bipolari fino alle psicosi.

Oggi è considerato il trattamento evidence-based per il PTSD (Disturbo da Stress Post Traumatico), validato da più ricerche e pubblicazioni di qualunque altra psicoterapia nel campo del trauma ed è considerato trattamento importante anche per numerosi altri disturbi.

E’ approvato dall’American Psychological Association (1998-2002), dall’American Psychiatric Association (2004), dall’International Society for Traumatic Stress Studies (2010), dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2013 e dal nostroMinistero della Salute nel 2003.